Un impianto elettrico può essere incassato o esterno. A dispetto di quanto pensino in molti non è assolutamente detto che un impianto a vista sia vecchio, obsoleto e non più rispondente alla normativa vigente; proprio come non è per nulla scontato che un impianto incassato, dove i cavi sono nascosti a pavimento o nei muri, sia a posto e a norma.
Oggi, dunque, vogliamo concentrare la nostra attenzione sugli impianti elettrici sottotraccia, anche perché è quella che normalmente viene utilizzata, sia per le nuove costruzioni, ma anche qualora si intervenga sull’esistente in caso di ristrutturazione.
Vediamo allora di capire com’è fatto un impianto elettrico domestico incassato e di quali elementi si compone, ma anche come va pensato e realizzato, per finire con un brevissimo accenno alle dichiarazioni che è giusto pretendere al termine dei lavori ed al costo degli stessi.
1. Progetto preliminare
2. Realizzazione tracce
3. Posa di tubazioni, scatole e pozzetti
4. Cablaggio dell’impianto
5. Posa quadro, interruttori, prese, …
6. Collaudo finale dell’impianto
7. Dichiarazione di conformità
8. Conclusioni e approfondimenti
1. Avere le idee chiare di ciò che si ha bisogno: ovvero progettare
La prima cosa da fare qualora desideriate un nuovo impianto elettrico per la vostra casa, che sia a norma e che rispecchi le vostre reali esigenze quotidiane, è capire cosa si vuole, traducendo il tutto in un vero e proprio progetto.
Ovviamente, ognuno di voi sa esattamente ciò che desidera, ma per rendere il tutto concreto, sarebbe bene servirsi di un tecnico di fiducia che riporti correttamente queste vostre volontà in un disegno di progetto chiaro ed esaustivo, eventualmente corredato di dettagli. Qualora non fosse possibile e bene eseguire uno schizzo planimetrico magari servendosi di disegni estratti dal progetto edile o dalle mappe catastali.
Ecco allora che, servendosi di una planimetria dell’abitazione, meglio se in scala 1:50 e arredata esattamente come è (o come dovrà essere a seguito di un’eventuale ristrutturazione), si andranno a posizionare tutti gli elementi che compongono l’impianto elettrico, a partire dal quadro, cuore pulsante di ogni cosa.
Particolare attenzione dovrà essere riservata ai punti luce. È importante sapere non solo quanti punti ci saranno in ogni stanza, ma prevedere anche di che tipo dovranno essere (se pensate ad una lampada a parete, piuttosto che una da sospendere a soffitto, o ancora ad un’installazione di faretti a controsoffito) ed esattamente dove andranno posizionati(al centro, in un angolo, ecc… dando riferimenti e misure bel precise).
Fatto ciò, per ogni punto luce, è altrettanto essenziale capire da dove può essere acceso e spento e posizionare di conseguenza i vari interruttori, che saranno differenti a seconda del fatto che un unico punto luce possa essere comandato da un solo pulsante, da due, da tre o più.
Si passa poi alle prese, partendo da quelle forza che serviranno i vari elettrodomestici sparsi per la casa. Ecco, allora, che andranno segnate le posizioni esatte di lavatrice, asciugatrice, lavastoviglie, forno, frigo, cappa, congelatore e quant’altro, mettendo qualche presa da 16 A o bipasso in più, soprattutto in bagno, dove potrà servire per l’asciugacapelli o il rasoio elettrico ed in cucina, per tutti i piccoli elettrodomestici, tipo tostapane, caffettiera, microonde, estrattore, ecc…
Altri punti fondamentali da valutare sono:
• le postazioni TV, dove dovrà arrivare l’antenna ed eventualmente predisposizione per impianto home cinema o hi-fi in diffusione
• le postazioni telefoniche e/o della fibra ottica necessarie per la connessione internet
• il citofono o videocitofono
• il comando del cronotermostato(o più d’uno a seconda del tipo d’impianto)
• il ronzatore nei bagni, con pulsante a tirante
• la motorizzazione di tapparelle, così come quella di eventuali altri sistemi oscuranti, cancelli, basculanti, ecc…
In più bisognerà capire se si intende dotarsi di impianto di condizionamento e d’allarme o quanto meno se si vuole procedere con la predisposizione per permettere in futuro un’installazione rapida e pulita. Allo stesso modo, qualora si pensi di avanzate funzioni domotiche sarà necessario predisporre tutto quello che serve da un punto di vista elettrico.
Questa fase sembra banale ma è fondamentale prima per ottenere un preventivo di spesa con pochi margini di errore, dopo ad evitare di piazzare in giro per la casa prolunghe e prese multiple a seguito dell’errato posizionamento dei componenti.
2. Realizzazione tracce per poter alloggiare tubazioni e scatole di derivazione
Una volta che si ha in mano un progetto esecutivo non resta che passare ai fatti e dare il via ai lavori. Il primo ad entrare in casa non sarà però l’elettricista, perché questo eseguito un primo sopralluogo lascerà spazio al muratore di turno, che disegno alla mano dovrà eseguire tutte le tracce necessarie per far passare i cavi previsti dalla nuova distribuzione dell’impianto, nonché realizzare gli scassi a muro in cui collocare il quadro generale, scatole, scatolette e quant’altro.
Laddove non c’è un progetto sarà l’impiantista elettrico a segnare sulle pareti i percorsi che dovranno fare le tubazioni ed i punti dove dovranno essere alloggiate scatole e pozzetti porta frutti.
Progetto o no le tracce non possono essere fatte a caso! Queste, ad esempio, non potranno viaggiare in diagonale lungo i muri e dovranno mantenere una certa distanza dalle tubature dell’acqua o da altri impianti. Insomma, non si può rompere dove e come si vuole, quindi l’elettricista dovrò comunque dare indicazioni al muratore in base alle norme ed alla logica.
Da evidenziare che nella maggior parte dei casi i costi delle tracce non sono inclusi nel preventivo dell’installatore elettrico.
3. Posa di tubazioni, scatole e pozzetti
A questo punto abbiamo già visto quali sono tutti i componenti che l’elettricista dovrà installare, pertanto capiamo solo con che ordine dovrà procedere. Il lavoro inizierà andando a collocare nelle postazioni assegnate il quadro generale, le cassette e le scatole di derivazione, nonché tutte le varie scatole e scatolette. Poi passerà i tubi in cui andranno infilati i cavi, una volta chiuse le tracce e rasati i muri.
La posa di tubazioni, scatole e pozzetti è a carico dell’installatore in quanto fanno parte dell’impianto elettrico ed è responsabilità sua realizzare a regola d’arte. Il ripristino delle tracce e la rasatura e compito del muratore e così come per le tracce gli oneri non sono compresi nel preventivo dell’impianto elettrico.
4. Il cablaggio dell’impianto
Finiti i lavori edili e prima della tinteggiatura finale (evitando così che le pareti possano sporcarsi) si procede al cablaggio dell’impianto. Quindi con apposite sonde passacavo si poseranno le dorsali principali, le derivazioni per punto luci e prese, le linee per le utenze preferenziali. In questa fase si effettueranno tutti i collegamenti nelle scatole di derivazione.
5. Posa quadro, interruttori, prese, …
I giochi sono fatti: l’ultimo tocco sarà dato da una tinteggiatura dei locali interessati e poi dal montaggio degli interruttori, delle prese e delle placche, che possono contribuire ad arredare piuttosto che passare inosservate. Oggi, ce ne sono in commercio di vario tipo: si può scegliere tra numerosi stili e modelli, diversi per forma, materiale, textures, colore ed ovviamente prezzo.
Finito questo lavoro non gli resta che installare il quadro elettrico generale, cablare i componenti del quadro, collegare le varie dorsali agli interruttori.
6. Il collaudo finale dell’impianto
Finito il lavoro, appena disponibile l’energia elettrica, bisogna eseguire una verifica finale per vedere se tutto funziona a dovere. In particolare ci si accerterà che non ci siano stati errori nei collegamento (ad esempio possono crearsi corto circuiti o errori nell’associazione delle accensioni ai punto luci), che gli interruttori magnetotermici differenziali installati al quadro funzionino, che l’isolamento dei cavi non abbia subito danneggiamenti ed infine che il valore della resistenza di terra sia coordinato con gli interruttori magnetotermici differenziali dell’impianto.
7. Dichiarazione di conformità
Una volta terminati i lavori e collaudato l’impianto ricordatevi di pretendere il rilascio della Dichiarazione di Conformità (DiCo) dello stesso. Si tratta di un documento di estrema importanza che deve essere obbligatoriamente venir redatto e consegnato a cura dell’installatore ogni qual volta venga installato un nuovo impianto, ma anche solo qualora venga rifatto, messo a norma o modificato in maniera sostanziale un impianto preesistente perché serve a garantire ed attestare la conformità delle opere eseguite alle normative e alle prescrizioni di legge vigenti.
La certificazione dell’impianto elettrico viene redatta in triplice copia (di cui solo una resta al committente) sulla base di un modello standard, pubblicato in allegato al D. M. 37/08 e poi modificato con la pubblicazione del Decreto 19 maggio 2010. Questa deve contenere: i dati sul tipo di impianto installato; i dati del responsabile tecnico dell’impresa; i dati del committente e del proprietario dell’immobile; i dati relativi all’ubicazione dell’impianto; la descrizione dei materiali impiegati e la dichiarazione di rispondenza alle norme vigenti.
Inoltre, insieme al certificato devono esserci alcuni allegati, in particolare: uno schema dell’impianto; una relazione tipologica o un elenco dei materiali impiegati e il certificato di iscrizione alla Camera di Commercio della ditta che ha realizzato i lavori.
8. Conclusioni e approfondimenti
Queste le fasi di lavorazione di un impianto elettrico di tipo domestico. Per maggiori dettagli sui singoli componenti, sulle informazioni normative e sui fattori che possono incidere sul prezzo si invita a visitare la sezione Impianti elettrici di questo blog.