
L’interruttore magnetotermico differenziale è una parte fondamentale dell’impianto elettrico delle nostre case. E’ noto anche come salvavita, un termine che è un marchio registrato dall’azienda BTicino ma che è diventato il più comune per indicare questo tipo di dispositivo elettrico.
Lo scopo dell’interruttore, che scatta in automatico quando c’è necessità, è quello di proteggere l’impianto elettrico dal cortocircuito e dal sovraccarico, oltre ad evitare il rischio di folgorazione di persone nel caso in cui ci siano delle dispersioni di corrente.
Interruttore differenziale: come funziona?
Questo dispositivo è costituito da tre parti, la parte magnetica, la parte termica e l’interruttore differenziale.
- L’interruttore magnetico agisce invece se c’è un cortocircuito, ovvero se per qualsivoglia motivo la fase va in contatto diretto con il neutro. In questi casi la corrente elettrica ha valore elevatissimo e fa scattare l’interruttore istantaneamente.
- L’interruttore termico protegge da sovraccaichi, cioè un assorbimento di corrente superiore al valore di corretto funzionamento, assorbimento che può essere indice di malfunzionamento degli utilizzatori connessi al circuito o da troppi utilizzatori connessi al circuito (ogni circuito è dimensionato per una potenza massima). La rilevazione viene effettuata monitorando la quantità di calore generata dal passaggio della corrente elettrica. Quando viene superata una certa soglia di anomalia l’interruttore si apre, ma non istantaneamente, in quanto viene lasciato un tempo di tolleranza onde evitare aperture per falsi sovraccarichi.
- L’interruttore differenziale è la parte che ha la funzione di controllo della corrente elettrica, misurata in Ampere, in entrata e in uscita dall’impianto. Il valore in entrata deve essere uguale a quello in uscita, salvo una piccolissima tolleranza; se i due parametri non corrispondono significa che la corrente si sta disperdendo (quindi ci possono essere masse metalliche in tensione) e la corrente viene interrotta, anche qui non in modo istantaneo ma con un tempo proporzionale al valore della corrente differenziale.
Come scegliere l’interruttore differenziale
La scelta dell’interruttore dell’interruttore magnetotermico differenziale va demandata al progettista o all’impiantista elettrico, ma i parametri che vengono valutati sono i seguenti:
- Corrente differenziale: è la differenza di tensione in entrata e in uscita oltre la quale l’interruttore deve attivarsi. Per proteggere le persone nelle case solitamente è di 30 mA.
- Tempo di intervento: il tempo in cui l’interruttore si attiva nel momento in cui rileva il problema. Solitamente per gli interruttori di tipo domestico non è modificabile;
- Tipo di corrente: vengono classificati con le sigle AC, A, F e B. Se nell’impianto non sono presenti delle apparecchiature elettroniche possono creare correnti diverse dalla forma d’onda sinusoidale si usa il tipo AC. Se nell’impianto ci possono essere correnti unidirezionali pulsanti (ad esempio presenza di dispositivi elettronici) si passa al tipo A. Se oltre le unidirezionali possono esserci delle componenti continue (ad esempio presenza di motori comandati da inverter) si passa al tipo F. Infine qualora ci fossero anche correnti sinuisoidali ad alta frequenza si passa al tipo B.
In un quadro elettrico possono essere presenti più interruttori magnetotermici differenziali, tutto è legato alle scelte progettuali del tecnico o della ditta installatrice.
Tipologia di riarmo e connessione
Per riattivare l’interruttore non è però necessario sempre andare fisicamente dove si trova il salvavita, perché grazie alle nuove tecnologie è possibile anche fare questa operazione a distanza.
Il riarmo è semplicemente l’operazione di connessione dell’impianto elettrico dopo lo scatto dell’interruttore magnetotermico. E’ un’operazione semplice, che generalmente si fa andando fisicamente dove si trova l’interruttore e spostandolo per attivare nuovamente la corrente elettrica: se c’è un guasto, questo scatterà di nuovo (e avremo necessità dell’intervento di un elettricista), altrimenti avremo di nuovo la corrente.
Tuttavia questa tipologia, che è il classico interruttore a riarmo manuale, non è l’unica esistente, anzi ad oggi esistono diverse tipologie di interruttore magnetotermico utilizzabili. Vediamo quali sono.
- Interruttore a riarmo manuale: molto semplicemente, quello presente nella maggior parte delle abitazioni; quando scatta deve essere riattivato manualmente;
- Interruttore a riarmo automatico: a differenza della tipologia manuale, dopo alcuni secondi dallo scatto dell’interruttore questo viene automaticamente riattivato. In questo modo non c’è bisogno di alcun intervento: se l’interruttore è scattato, per esempio, perché avevamo superato la potenza disponibile (ed è quindi sufficiente scollegare il ferro da stiro, per esempio, per risolvere) non ci sarà bisogno della riattivazione manuale. Altrimenti l’interruttore scatterà di nuovo, questa volta definitivamente (e diventerà quindi a riarmo manuale), in attesa dell’intervento dell’elettricista.
- Interruttore connesso (o a riarmo IoT): si tratta di interruttori di nuova generazione connessi alla Wi-Fi tramite un’antenna integrata. Non sono a riarmo automatico (cioè, l’interruttore non si attacca di nuovo senza il nostro intervento), ma in caso di scatto inviano una notifica all’applicazione dedicata. In questo modo è possibile, anche dalla distanza, sapere che l’interruttore è scattato, e si può riattaccare da smartphone, con il segnale che arriva all’interruttore il quale si riattiva. L’attivazione (o la disattivazione) può essere anche fatta per un motivo diverso dallo scatto automatico, ma per esempio perché stiamo fuori per qualche giorno e vogliamo semplicemente staccare la corrente, ma siamo partiti e ce ne siamo dimenticati.
Il test del salvavita
Tutti gli interruttori hanno a disposizione un pulsante di test, che permette di testare il funzionamento del salvavita. E’ semplicissimo: basta premere il pulsante con la T e la corrente si scollegherà immediatamente, perché l’interruttore scatterà.
Se premendo il pulsante la luce viene a mancare l’interruttore funziona correttamente, e possiamo semplicemente riattivarlo; se non succede nulla il salvavita è difettoso e va cambiato quanto prima.
Si consiglia di effettuare questo test almeno una volta al mese, perché l’interruttore magnetotermico che non funziona potrebbe rappresentare un serio pericolo per la vita.
Ciao, stiamo ristrutturando casa e a quanto mi hanno detto l’interruttore differenziale che è già presente non è a norma quindi va sostituito. Nella spesa da fare quindi devo inserire anche questo interruttore differenziale, dato che l’impianto elettrico è un po’ vecchiotto va bene qualsiasi di quello che hai suggerito o meglio prenderne uno classico a riarmo manuale? Grazie
La scelta oltre ad essere economica è di tipo personale (rapporto che si ha con le nuove tecnologie): per capire meglio i vantaggi di un salvavita IOT ti invito a leggere quest’articolo https://impianti.tech/interruttore-magnetotermico-differenziale-connesso-iot/ .