
In ogni casa è sempre presente un quadro elettrico. Questo solitamente viene collocato in posizione nascosta, ma facilmente raggiungibile, all’ingresso dell’abitazione piuttosto che lungo un corridoio, o dentro un ripostiglio. Ognuno di noi sa dov’è il quadro elettrico all’interno della propria casa e, bene o male, tutti siamo consapevoli di che si tratta, o quanto meno siamo cosci del fatto che se salta la corrente, o se desideriamo staccarla, è lì che dobbiamo andare ad agire.
Oggi, però, vogliamo andare oltre a queste nozioni di base, per analizzare più nel dettaglio com’è fatto un quadro elettrico domestico, quali tipologie di quadri esistono, che componenti devono obbligatoriamente prevedere loro suo interno, perché si tratta di elementi così importanti e quanto possono costare.
Prima ancora di addentrarci nel merito della questione è doveroso fare una premessa. Per progettare, modificare o intervenire su un impianto, vuoi anche soltanto per installare un nuovo quadro elettrico, è sempre indispensabile rivolgersi ad un elettricista abilitato, a qualcuno esperto, serio, affidabile e del mestiere, che lavori in sicurezza e nel pieno rispetto delle norme e che ad opere ultimate (qualora sia previsto come prescritto dal D.M. 37/2008) sia in grado di rilasciarvi il cosiddetto certificato di conformità. Agire di propria iniziativa è davvero pericoloso, nonché assolutamente vietato!
1. Cos’è un quadro elettrico?
2. Tipologie di quadro: incasso, a vista, con portella, …
3. Numero di circuiti secondo la norma CEI 64-8
4. Tipo di interruttori: differenziali, magnetotermici, …
5. Quanto costa un quadro elettrico?
1. Cos’è un quadro elettrico?
Il quadro elettrico, detto comunemente anche centralino o quadro di distribuzione, a conti fatti èil cuore pulsante di ogni impianto elettrico. La sua presenza è importantissima anche a tutela della sicurezza dell’impianto stesso e degli abitanti di casa. In caso di guasto o malfunzionamento, infatti, il quadro scollega automaticamente l’utenza interessata dal problema evitando incidenti. Ad esempio, può interrompere l’erogazione di corrente diretta alle luci, alle prese, ad alcuni elettrodomestici, o ad alcune zone della casa.
È proprio attraverso il quadro di distribuzione che l’intero impianto viene alimentato: da esso partono tutte le diverse linee di diramazione che portano la corrente alle varie scatole di derivazione e da qui servono poi i vari dispositivi elettrici.
Il numero di linee presente in ogni abitazione dipende strettamente dalle sue dimensioni, ma anche dal livello di complessità dell’impianto che si è scelto di adottare.
Attenzione: a volte nel gergo comune si tende a fare un po’ di confusione tra contatore e quadro elettrico. In realtà è bene chiarire che tratta di due elementi, che sebbene siano entrambi indispensabili, sono ben distinti sia nelle funzioni, che nella loro collocazione. Mentre il contatore generale misura i consumi e si trova a monte del quadro elettrico, generalmente fuori dall’abitazione; quest’ultimo invece si trova al suo interno proprio perché funge da pannello di controllo dell’impianto domestico stesso e dunque è bene sia facilmente raggiungibile.
2. Tipologie di quadro: incasso, a vista, con portella, …
Come abbiamo già detto, guardandoci bene attorno,all’interno di ogni casa è possibile individuare il quadro elettrico, posizionato a parete, magari debitamente nascosto in un punto strategico. Ciò non toglie che in commercio esistano anche modelli di quadro da esterno, appositamente creati per un’installazione outdoor. Chiaramente, per quanto sia sempre auspicabile scegliere una postazione piuttosto riparata,gli elementi da esterno dovranno per forza essere dotati di un grado di protezione maggiore, poiché soggetti a temperature rigide in inverno e calde in estate, nonché costantemente esposti alle intemperie.
Anche per quanto riguarda i più classici quadri da interno, però, le possibilità sono diverse. Innanzitutto, bisogna distinguere tra modelli da incasso, che rimarranno meno visibili poiché a filo della parete e modelli invece da appendere, che andranno tassellati a muro, fuoriuscendo dallo stesso per uno spessore di svariati cm e costituendo di fatto un ingombro. Ovviamente, la prima soluzione è quella che oggi viene normalmente utilizzata, poiché più pratica ed elegante, nonché meno vistosa, ma nelle vecchie case troverete ancora quadri sporgenti e visivamente poco gradevoli.
D’altro canto, oggi, anche nel realizzare l’impianto elettrico e nello scegliere ogni suo singolo componente, si dà molto più peso all’aspetto estetico. Ecco, allora, che la maggior parte dei moderni quadri elettrici da incasso è protetta da uno sportello plastico piuttosto sobrio e rifinito, che a seconda della marca dl modello e dei gusti del singolo potrà essere di vario tipo: bianco piuttosto che nero o grigio; trasparenti in tutto, almeno in parte oppure opaco.
Qualora però desideriate camuffare al meglio il vostro quadro elettrico è possibile optare per uno sportello, appositamente realizzato per poter venir trattato in continuità con la parete, quasi si trattasse di una botola nascosta che consente una mimetizzazione assoluta.
3. Numero di circuiti secondo la norma CEI 64-8
Il quadro elettrico ha la funzione di proteggere i circuiti di distribuzione dell’impianto elettrico: ma esiste un numero minimo di circuiti da realizzare?
La variante V3 della norma CEI 64-8 (norma dedicata agli impianti utilizzatori con tensione inferiore a 1000V in corrente alternata), stabilisce quale sia il numero minimo di circuiti sulla base della superficie calpestabile dell’unità immobiliare a cui fa riferimento.
Ogni circuito elettrico è l’insieme delle componenti dell’impianto che vengono alimentate da uno stesso punto e protette contro le sovracorrenti da uno stesso interruttore. Ecco, dunque, che (come potete vedere in tabella) il numero di interruttori che, come minimo, troverete nel vostro quadro generale dipenderà allora dalle dimensioni della vostra casa ed anche dal tipo d’impianto che avete installato, ovvero dal cosiddetto livello. Esistono, infatti,tre Livelli che corrispondono a complessità via via crescenti: dal primo che stabilisce le dotazioni minime necessarie, andando ad aumentare sempre più componenti e dotazioni.
Superficie immobile | Livello 1 | Livello 2 | Livello 3 |
Meno di 50 m2 | 2 | 3 | 3 |
Da 51 a 75 m2 | 3 | 3 | 4 |
Da 76 a 125 m2 | 4 | 4 | 5 |
Oltre 126 m2 | 5 | 6 | 7 |
Alzando il livello dell’impianto cresce l’affidabilità ed i costi di esecuzione dello stesso.
È bene sapere che, per quanto riguarda i quadri elettrici stabilisce che oggi questi debbano avere dimensioni del 15% in più rispetto a quanto necessario in fase di progettazione. In pratica nei nuovi quadri devono rimanere delle postazioni vuote (1/6 – 1/7 circa del totale)così da consentire in futuro l’installazione di ulteriori moduli che per qualche ragione dovessero servire.
4. Tipo di interruttori: differenziali, magnetotermici, …
Nel punto precedente è stato visto quanti circuiti necessita un impianto elettrico a norma, in questo paragrafo qui ci poniamo la domanda: che tipo di interruttore bisogna usare?
Un circuito elettrico domestico per essere protetto ha bisogno di queste protezioni:
- Differenziale: controlla le correnti disperse ed interviene se queste superano un certo valore. Questa protezione serve a proteggere le persone da un contatto con una parte dell’impianto normalmente non in tensione, ma che può diventarlo a seguito del cedimento dell’isolamento principale (ad esempio la carcassa di una lavatrice).
- Magnetica: protegge dal corto circuito, cioè riesce a capire se una parte dell’impianto è in corto circuito e interrompe in tempi brevi il circuito stesso.
- Termica: protegge dai sovraccarichi. Cioè se la corrente assorbita da un circuito è maggiore di quella massima tollerabile interviene, seguendo certe tempistiche, evitando che il sovraccarico possa causare danno all’impianto o all’abitazione.
In commercio esistono interruttori che riescono ad espletare una o più di queste protezioni, e più precisamente:
- Interruttore differenziale puro: espleta solo la protezione differenziale.
- Interruttore magnetotermico: espleta la funzione magnetica e termica.
- Interruttore magnetotermico differenziale: espleta la funzione magnetica, termica e differenziale.
- Interruttore sezionatore: apre e chiude il circuito senza nessuna protezione.
Nei quadri elettrici troviamo solitamente interruttori magnetotermici (IMT) e interruttori magnetotermici differenziali (IMTD), secondo le combinazioni scelte dal progettista/installtore: cioè?
Spieghiamo il concetto con un esempio: appartamento di circa 50 m2 di livello 1.
Per norma dobbiamo realizzare 2 circuiti e installatori hanno prospettato le soluzioni in tabella.
Soluzione | IS | IMT | IMTD |
Soluzione 1 | 1 | 0 | 2 |
Soluzione 2 | 0 | 0 | 2 |
Soluzione 3 | 0 | 2 | 1 |
Il primo preferisce mettere un generale sezionatore al quadro (IS) e 2 interruttori magnetotermici differenziali a protezioni dei circuiti (IMTD); il secondo impiantista elimina il sezionatore ma lascia i 2 IMTD; il terzo inserisce come generale un IMTD quindi i due circuiti condividono la protezione differenziale e 2 IMT ai circuiti.
Le 3 soluzioni sono valide: ma quali le differenze?
Costi è affidabilità:
- La soluzione 1 è più costosa ma evita che una dispersione metta fuori servizio tutto l’impianto /selettività) ed in caso di manutenzione sui due interruttori permette il sezionamento locale.
- La soluzione 2 garantisce la selettività ma non la manutenzione locale.
- La soluzione 3 garantisce manutenzione ma non selettività, cioè dispersione su un circuito manda in blackout tutto l’impianto.
Quindi è meglio mettere interruttori IMTD?
Come dicevamo non è obbligatorio, ma in un quadretto domestico questa scelta può far lievitare i costi di 100-250€ (dipende dal numero dei circuiti) a fronte di una maggiore selettività dell’impianto.
5. Quanto costa un quadro elettrico?
Come abiamo visto è davvero difficile stabilire a priori quanto possa costare un quadro elettrico. Ovviamente bisognerà considerare il prezzo di ogni singolo componente: dalla scatola da incassare a muro, passando per la centralina e tutti i vari moduli che vi troveranno posto all’interno. Poi c’è da aggiungere il lavoro dell’elettricista ed eventualmente quello del muratore che incassi il tutto a parete. Di per sé solo il quadro in opera con le dovute componenti potrà costarvi una cifra che parte da qualche centinaio d’euro a salire.
Nella tabella qui sotto si riportano alcuni costi di riferimento basandoci sul numero di circuiti dettati dalle norme. Il quadretto sarà da incasso con portella in materiale plastico, i circuiti saranno protetti da interruttori magnetotermici differenziali ed il quadro sarà dotato di interruttore generale sezionatore.
Superficie immobile | Livello 1 | Livello 2 | Livello 3 |
Meno di 50 m2 | 200€ | 250€ | 250€ |
Da 51 a 75 m2 | 250€ | 250€ | 300€ |
Da 76 a 125 m2 | 300€ | 300€ | 400€ |
Oltre 126 m2 | 400€ | 450€ | 500€ |
I prezzi possono subire variazioni dovute ai costi della manodopera (ci sono differenze importanti tra nord , centro e sud) e dei materiali impiegati.