Protezione contro le fughe di gas: cosa fare?

Fin da bambini ci insegnano che con il gas non si scherza, perché potenzialmente è molto pericoloso. D’altro canto, almeno una volta nella vita, a tutti sarà capitato di sentir raccontare al telegiornale di esplosioni o addirittura di crolli di intere palazzine, provocati proprio da fughe di gas, che hanno causato oltre a danni alle cose ed alle strutture, anche vittime, più o meno gravi.

Resta il fatto che, la presenza del gas all’interno delle nostre case è inevitabile, o quasi. In effetti, molte abitazioni di nuova costruzione essendo dotate di fonti di riscaldamento alternative e di fuochi ad induzione possono anche fare a meno del gas. Nel nostro paese, però, ancor più che altrove, il patrimonio edilizio è generalmente piuttosto datato e vuoi per la caldaia, per lo scaldabagno, per i fuochi o per tutte le suddette motivazioni, nella stragrande maggioranza dei casi non ci si può esimere dall’avere a che fare con una fornitura di gas.

Ciò non significa che si debba vivere avendo costantemente paura che qualcosa di brutto possa accadere. Per evitare spiacevoli incidenti, è bene sapere innanzitutto in cosa consiste il pericolo e poi come scongiurarlo, rilevarlo ed eventualmente contrastarlo.

Contro le fughe di gas, principalmente si attuano due tipologie di protezione: una passiva ed una attiva. L’una non esclude l’altra, tant’è vero che se si desidera una sicurezza totale è bene dotarsi di entrambe. Vediamo, allora, nello specifico, di capire di che si tratta.

1. Protezione passiva: le prese d’aria

La normativa vigente stabilisce che in casa, all’interno di ogni ambiente in cui siano presenti apparecchi con bruciatori (come le caldaie, ma anche semplicemente i piani cottura a fiamma libera), è obbligatorio prevedere una protezione passiva, attraverso la realizzazione di idonee aperture di ventilazione ed areazione.

Nella fattispecie: la ventilazione serve a garantire l’afflusso d’aria costante necessario alla combustione; mentre l’aerazione, consente un ricambio d’aria utile allo smaltimento dei prodotti di combustione ed evita che all’interno degli spazi abitati si accumulino miscele con tenore pericoloso di gas non combusti. Ecco allora che bisogna praticare sempre almeno due fori permanenti, direttamente sulle pareti del locale prospicienti l’ambiente esterno, uno di ventilazione e uno di areazione.

Le aperture di ventilazione debbono rispettare i requisiti prescritti dalla Norma UNI7129:

  • non essere in nessun modo ostruiti né internamente né esternamente:
  • essere protetti da griglie o reti metalliche;
  • essere situati ad una quota prossima al livello del pavimento (non oltre 30 cm dallo stesso);
  • avere sezione netta di passaggio minima pari a 100 cm2 e qualora il piano cottura a gas non sia provvisto di termocoppia bisogna effettuare un ulteriore foro per arrivare ad una sezione minima di ventilazione di 200 cm2. Allo stesso modo, se ci si vede costretti a realizzare il foro di ventilazione nella parte alta delle pareti del locale, allora è necessario incrementarne la sezione del 50%.

L’areazione nelle cucine, invece, solitamente viene garantita dalla presenza della cappa di aspirazione, che va collegata direttamente ad un canna fumaria in modo da espellere direttamente all’esterno i residui della combustione, i fumi e ed i vapori. Questo collegamento avviene attraverso il foro di areazione, posizionato ad un’altezza maggiore o uguale a 180 cm dal pavimento e con sezione netta pari ad almeno 100 cm².

2. Protezione attiva: i rilevatori di fughe di gas

sensore fughe gas
Se volete dormire sonni davvero tranquilli, scongiurando totalmente l’eventualità che nella vostra casa si possano verificare pericolose fughe di gas, oltre alla protezione passiva, potete dotarvi anche di una protezione cosiddetta attiva, installando dei rilevatori di gas.

Attualmente, in commercio, se ne trovano di diverso tipo, da scegliere anche e soprattutto a seconda del tipo d’ambiente e delle esigenze specifiche del singolo utente (Nell’articolo “Rivelatori fughe gas: ecco i nostri consigli” trovi informazioni su tipologie e obblighi normativi).

Partiamo dal presupposto che, mentre i fori di areazione e ventilazione in un’abitazione non possono mancare, i rilevatori di gas non sono indispensabili, né obbligatori, per cui nella maggior parte delle case non li troverete. Detto ciò in taluni frangenti, come qualora vi siano persone anziane che vivono da sole, o se si trascorre molta parte del proprio tempo lontani da casa, la loro presenza è consigliabile, perché aiutano a sentirsi più sicuri.

Si pensi ad esempio all’eventualità in cui, una volta finito di cucinare, per errore non si spengono bene i fuochi dei fornelli e subito dopo si esca per andare al lavoro o altrove. È vero che questo tipo di incidente con i nuovi modelli di piano non può succedere, ma nelle vecchie cucine è ancora possibile si verifichi un’eventualità del genere. Ecco, dunque, che il gas continuerà a fuoriuscire, nonostante non si veda più la fiamma e noi non saremo in casa per accorgerci dell’accaduto dall’odore. Più tardi, basterà accendere la luce rientrando per far saltare tutto per aria.

Un rilevatore di gas, come si evince dal nome, serve proprio a monitorare la concentrazione di gas nell’ambiente in cui è installato. Qualora, per qualunque ragione, vengano superati i limiti prefissati dalle norme di sicurezza il rilevatore emetterà un segnale acustico e/o luminoso ed in alcuni casi provvederà a chiudere in automatico la valvola centrale di afflusso del gas e ad avvisarvi da remoto in tempo reale.

Sebbene, dunque, il gas potenzialmente sia davvero pericoloso, una volta che ci si è assicurati di disporre di adeguati fori di areazione e di ventilazione, a maggior ragione se ci si è perfino dotati di rilevatori contro la presenza di eventuali fughe, si possono davvero dormire sonni tranquilli!

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